IL PROFUMO DELLE ROSE di Victoria Connelly (Amazon Crossing)


Autrice: Victoria Connelly
Titolo Originale: The Rose Girls
Traduzione: Valentina Ballardini
Genere: Contemporaneo / Women's fiction
Ambientazione: Suffolk, Inghilterra
Pubblicazione originale: Lake Union Passing, 2015, pp.321
Pubblicazione italiana: Amazon Crossing, marzo 2018, pp.332, cartaceo € 9.99
Livello di sensualità: MOLTO BASSO
Parte di una serie: No
Disponibile in e-book a € 3,99

TRAMA: La vita, purtroppo, non sempre è facile.
Lo sa bene Celeste Hamilton che, nel giro di pochi mesi, ha dovuto affrontare il divorzio dal marito e la morte della madre. Per non parlare dell’attività di famiglia ormai sul lastrico.
Per tutte queste ragioni, è costretta a tornare a Little Eleigh Manor, l’antico e affascinante maniero nel Suffolk, da cui in passato era fuggita, giurando di non rimetterci mai più piede.
Al suo arrivo, però, la situazione è più critica del previsto e Celeste deve subito rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro. Anche se trascorre le giornate circondata da un paesaggio di una bellezza impareggiabile e dalle incantevoli rose che la sua famiglia coltiva da generazioni, Celeste si sente infelice. I problemi sembrano sommergerla e ovunque tra quelle mura è ancora troppo viva la presenza di una madre anaffettiva e crudele, che per anni non ha fatto che tormentarla e umiliarla.
Il destino, tuttavia, a volte sa essere imprevedibile come il vento d’estate, quando all’improvviso spazza le nubi e rischiara l’orizzonte.
Un incontro inaspettato farà sbocciare di nuovo in Celeste la voglia di vivere e di amare, infondendole la forza per salvare l’antica dimora e il rapporto non sempre facile con le sorelle.
Il profumo delle rose è una storia romantica e delicata che parla al cuore di ogni donna, capace di riaccendere la scintilla della speranza e dei desideri inespressi.

L’amore per i fiori, particolarmente per le rose, per le dimore storiche e per la campagna, amore che l’autrice prova anche nella realtà, traspare in questo romanzo così piacevolmente complesso e lineare nello stesso tempo. La storia di “Il profumo delle rose” di Victoria Connelly, è quella di tre sorelle che in maniera diversa, hanno vissuto e vivono nella splendida dimora di Little
Eleigh Manor nel Suffolk.
Costretta dalla morte della madre a ritornare a casa, Celeste Hamilton, si ritrova con il gravoso onere di sistemare la contabilità dell’ impresa di famiglia, impresa da cui era fuggita tre anni prima, per sposare un giovane da cui ha ormai divorziato da un anno.
Le sorella Evelyn  e Gertrude, ogni tanto le rinfacciano la sua fuga anche se ,soprattutto Gertie, sa perché Celeste ha dovuto andarsene: la madre non aveva amore da dare loro. Tutto il suo interesse era rivolto agli affari, non tanto  perchè  amasse intensamente le rose come era stato per  chi aveva fondato, tre generazioni prima, l’impresa, ma per il potere e la visibilità che le veniva dall’essere sempre alla ribalta nelle varie manifestazioni.
Le due sorelle invece amano i fiori e amano anche il loro castello che si sta deteriorando pian piano a causa della mancanza di fondi per la cura delle varie stanze poichè la madre reinvestiva tutto il guadagno solo nell’attività lavorativa.
Un altro motivo di litigio è  la possibile vendita della casa suggerita da Celeste appena ritornata. Guardando le varie stanze, anche quelle ormai in rovina, le giovani vedono molto quadri, acquistati durante i vari anni, dal nonno, sempre aventi come  soggetto  le rose e particolarmente uno, pensano abbia un grande valore e forse la sua vendita potrebbe dare un po’ di sollievo alla loro scarse finanze.
Contattano un antiquario, Julian Faraday che è anche banditore d’asta ,che, arrivato a Eleigh Manor,  è sorpreso e affascinato dalla bellezza e dalla grandezza del maniero.
…”-A quando risale questo edificio?
-E’ in parte medievale. Poi ci sono state aggiunte Tudor e giacobiane. E anche qualche tocco georgiano.
-Ogni generazione ha dato il suo contributo in termini di bellezza-, commentò Julian.”
La necessità di trovare denaro e il rancore per l’assenza della sorella maggiore proprio quando avrebbero avuto maggior bisogno di una coesione familiare, portano alla luce sentimenti e amicizie che  cambieranno la vita di tutte e tre.
Quando finalmente le ragazze  riescono ad avere un raffronto sui loro sentimenti, le cose cominciano a sistemarsi con sorprese per tutte ma anche con un nuovo inizio.
Del romanzo mi è piaciuta la caratterizzazione dei  vari personaggi : Celeste, ancora piena di rabbia nei confronti della madre che voleva essere sempre al centro della scena non peritandosi di offenderla e trattarla come un nulla. Gertrude persa in una storia d’amore che non la accontenta e di cui non può parlare . Evie, sempre ombrosa,  irritata e irritante,  trova conforto nelle vecchia signora Esther Martin che abita  nel cottage ai confini della proprietà , perché si sente compresa e ascoltata senza venire giudicata.
Julian è un uomo dolce, riflessivo, carismatico ma non opprimente, colto ma non borioso e sa aspettare che le cose maturino offrendo anche alternative e spiegazioni a tanti perchè.
…”Celeste …attraversò con calma la stanza e aprì la porta.
-Ehi - disse lui vedendola.
-Ciao-  rispose lei. – Ti ha telefonato Gertie, vero?-
-Si è molto preoccupata per te.-  Celeste si fece da parte e Julian entrò nello studio. - Ti va di raccontarmi cos’è successo?-  domandò lui , chiudendosi la porta alle spalle .
Lei inspirò  a fondo. -Ho trovato una fotografia- disse .
-Gertie me ne ha accennato, vuoi mostrarmela?-
Lei si diresse verso la scrivania e gliela passò.
-E’ tua madre- domandò , e Celeste annui.
-Forza dillo-  lo esortò lei. -Lo dicono tutti-
-Dicono che cosa?
-Che è bellissima!
Julian sgranò gli occhi. – Beh, immagino di sì-  replicò lanciando un’occhiata alla foto. –Ma non è la prima parola che userei per descriverla.
-No?  e quale useresti?
-Altezzosa- replicò Julian -Altezzosa e vanitosa.
-E’ per colpa di questa foto che ti sei chiusa qui dentro?
-E’ solo metà della foto- disse alla fine decidendo di partire dall’inizio. - Vedi dove l’ha tagliata?
Julian guardò meglio  -.Ah, sì!
-Io, Gertie ed Evie eravamo lì con lei.
Julian lanciò un’occhiata a Celeste. -Vi ha tagliate via!
-Celeste annuì…”
L’ambientazione è stupenda sia quando ci si trova nel “giardino delle rose” che quando si visita il castello con le sue stanze, alcune delle quali con  i soffitti che cadono. Anche il paese con il suo boschetto e con le sue case che permettono di vedere la vita al loro interno, fanno un po’sognare: mi piacerebbe vivere in quella tranquillità.
La parte iniziale con la descrizione delle rose e con i vari commenti continui a beneficio dei visitatori,  mai affrettato e viene portato avanti pian piano.
è stata un po’ noiosa perché, pur essendo profonda, rimaneva comunque solo sulla carta e rallentava parecchio il ritmo della narrazione che non è
La seconda parte mi è piaciuta di più perché finalmente si tiravano le fila del passato e si creava il futuro per tutte e tre le sorelle.
Pur essendoci tre storie sentimentali, non c’è alcunchè di passionale o di eccitante perché l’autrice ci dice poche parole e il resto lo lascia alla nostra immaginazione… e qui mi è mancata un po’qualche bella scena d’amore, non dico di sesso,  ma proprio solo di trasporto amoroso tant’è che non lo definirei romanzo rosa ma solo narrativa contemporanea.  E’ un romanzo  piacevole  ma senza  sussulti  emozionali particolari.









COME INIZIA IL ROMANZO...
Per alcuni è il canto del primo cuculo o l’arrivo della prima rondine a segnare l’inizio dell’estate, per Celeste Hamilton invece l’estate cominciava quando sbocciava la prima rosa. Non c’era davvero di che sorprendersi, perché era cresciuta in una famiglia di rosicoltori e aveva coltivato quei fiori per tutta la vita. La sua prima parola era stata “rosa” e spesso in famiglia scherzavano dicendo che nelle loro vene scorrevano rose, non sangue. Ma quando se n’era andata di casa per sposare Liam O’Grady, Celeste aveva barattato le rose con un rigattiere e si era buttata nell’attività del marito con l’entusiasmo di qualcuno a cui era stata sospesa la condanna. Aveva creduto che le rose fossero il suo passato. A quanto pare, però, il passato conosce curiosi modi di ripresentarsi.
E adesso sto tornando a casa, pensò mentre il vecchio furgoncino Morris Minor percorreva le stradine invase dalla vegetazione incolta della Stour Valley. Non avrebbe mai immaginato di farvi ritorno ma, con la morte della madre e quella sciocchezza del suo matrimonio ormai alle spalle, non aveva proprio altra scelta. Sospirò pensando alle settimane che l’attendevano. Sperava solo di poter risolvere ogni cosa prima che si trasformassero in mesi, perché non aveva intenzione di fermarsi più a lungo: non rientrava assolutamente nei suoi piani.
Una toccata e fuga, si disse riflettendo sulla casa della sua infanzia, la mente affollata di ricordi che intendeva rimuovere in fretta. Toccata e fuga. Non c’era bisogno di farsi prendere dall’emotività. Non doveva che affrontare alcune questioni economiche.
Abbassò il finestrino e le armoniose note del canto di un merlo riempirono l’abitacolo. Le siepi traboccavano di silene alba e di malva dai fiori striati e scorse una chiazza di digitale nell’ombra di un bosco. Entrando nel paesino di Eleigh Tye, vide i familiari giardini dei cottage, colmi di piselli odorosi, caprifoglio e lupini, eppure, nonostante il profumo e lo spettacolo che offrivano ai suoi occhi, Celeste sapeva che quei fiori rappresentavano solo un’ouverture alla splendida sinfonia dell’estate. Un attimo dopo notò quello che stava cercando.
Nei pressi di una svolta rallentò e si ritrovò a sorridere appena riuscì a intravedere il giardino della signora Keating con il giallo brillante della rosa Maigold che rivestiva la facciata dell’abitazione dal tetto di paglia, illuminandola come un centinaio di soli in miniatura e coprendo quasi del tutto una delle finestrelle del piano inferiore. Per Celeste, le Maigold della signora Keating annunciavano l’inizio della stagione delle rose, e ogni anno spiava il loro arrivo.
Sua madre, Penelope Hamilton, aveva spiegato alle tre figlie che la rosa era la regina dell’estate. E aveva dato proprio il nome di Regina dell’estate a una delle sue rose più famose, che per molti anni aveva assicurato loro un ottimo guadagno; negli ultimi tempi, però, gli affari non erano andati granché bene. I problemi di salute di cui sua madre aveva sofferto di recente avevano portato a un calo delle vendite e l’antica residenza signorile, che aveva accolto tre generazioni della sua famiglia, stava rapidamente cadendo a pezzi. A dare un ulteriore colpo alle vendite era intervenuta anche la crisi, che aveva indotto le persone a risparmiare sui piccoli lussi. Era diventato sempre più difficile competere con gli innumerevoli negozi di giardinaggio che spuntavano qua e là come funghi: non si poteva certo paragonare la bellezza, il profumo e i colori delle rose che vendevano con quelle degli Hamilton, ma in compenso erano ben più economiche.
Celeste inspirò a fondo al pensiero di ciò che l’aspettava. Aveva senso per lei tornare laggiù? Credeva di essersi lasciata per sempre alle spalle Little Eleigh, tuttavia che genere di sorella maggiore sarebbe stata se in quel momento non fosse andata in soccorso di Gertie ed Evie?
«Cosa faremo?» si interrogò, rivolgendo la domanda allo specchietto retrovisore e al riflesso del piccolo fox terrier a pelo ruvido seduto alle sue spalle. Era rimasto sveglio e vigile per tutto il viaggio. Celeste se ne era andata dalla casa in affitto nel nord della costa del Norfolk poco dopo mezzogiorno ed era riuscita a stivare nel piccolo van gli scatoloni di libri e le borse con gli abiti, che rappresentavano tutto ciò che possedeva, lasciando giusto lo spazio per il cane sul sedile posteriore. C’era anche una grande poltrona morbida che aveva comprato insieme a Liam, però non sarebbe stata in grado di ficcarla nella Morris nemmeno se avesse voluto, per cui l’aveva abbandonata là. Sembrava assurdo dover inscatolare tutte le proprie cose e trasferirle nella casa di famiglia dato che era convinta di portarle di nuovo via nel giro di poche settimane, ma non aveva neanche senso continuare a pagare l’affitto di un posto in cui non avrebbe abitato, e se Gertie avesse avuto ragione, avrebbero avuto bisogno di ogni penny che fossero riuscite a racimolare per risolvere i loro problemi.
«Tra poco siamo arrivati, Frinton» disse Celeste al cane, osservandolo infilare il naso fuori dal finestrino quel tanto che gli permetteva la cintura di sicurezza per animali. Frinton gliel’aveva regalato suo marito due anni prima per il compleanno, e lei lo adorava. Gli avevano dato il nome del resort sulla spiaggia dove Liam le aveva chiesto di sposarlo, e da cui Celeste avrebbe dovuto scappare a gambe levate. Era un frugoletto pieno di vitalità e allegria ed era sempre stato capace di farla sorridere, anche nelle giornate più grigie.
«Lo sai che sei la cosa migliore che resta del mio matrimonio?» chiese alla bestiola. Gli era stata enormemente grata per la sua affettuosa presenza in fondo al letto nelle notti successive al fallimento del suo matrimonio, un anno prima. Adesso, però, non aveva voglia di ripensare a quei momenti: doveva concentrarsi su faccende più urgenti.
Passarono accanto al lungo muro storto della chiesa, dopodiché la strada si tuffava nella vallata, dove i campi verde brillante di inizio estate si stendevano di fronte a lei. Superò il viottolo che portava a una fattoria e sorrise ricordandosi di quando lei e le sue sorelle, durante le vacanze estive, si aggiravano lì intorno in bicicletta per giocare con i maialini e mangiare scones e panini sfornati dalla cucina a gas della signora Blythe. Era sempre una festa mangiare prelibatezze fatte in casa: la loro madre non aveva mai preparato pane e torte, e raramente cucinava qualcosa. Era troppo concentrata sulle rose per occuparsi del cibo.
Appena oltrepassato uno steccato accanto a cui, a tredici anni, aveva dato il suo primo bacio, la via fece una morbida curva a destra, mentre le siepi, dopo la recente pioggia, andavano allungandosi verso il cielo a grande velocità. Ogni cosa era incredibilmente lussureggiante. Rallentò e, subito dopo, girò a sinistra in una strada privata lungo cui crescevano ippocastani che donavano ombra in estate, oscurità in inverno, e in autunno disseminavano la carreggiata di grosse castagne lucide.
Su una vecchia lastra di pietra si leggeva LITTLE ELEIGH MANOR e di lato c’era un’orribile insegna di legno, realizzata da Evie anni prima, con sopra scritto HAMILTON ROSES a lettere scolorite e crepate accanto al disegno sbiadito di una Rosa Mundi. Celeste annotò mentalmente di farla sostituire il prima possibile.
Il cancello in ferro battuto era stato lasciato aperto per lei: attraversò il fossato e costeggiò il roseto di fronte alla villa, che presto sarebbe stato punteggiato da Bourbon e Portland di decine di sfumature di rosa diverse. Sua madre vi aveva piantato alcune delle sue specie preferite, come la voluttuosa La Reine Victoria e la graziosa Comte de Chambord. Celeste si accorse che alcuni boccioli erano sul punto di schiudersi e, nonostante i dubbi che nutriva sul suo ritorno, non poteva non essere elettrizzata alla prospettiva di infilare il naso tra i soffici petali e di inalarne a fondo il profumo. Non c’era nient’altro al mondo che profumasse come una rosa antica. ....
*****
L'AUTRICE
Victoria Connelly ha studiato Letteratura inglese alla Worcester University, si è sposata in un castello medievale nel North Yorkshire e ora vive nella campagna del Suffolk con il marito artista e una famiglia di animali che ha salvato. Ha al suo attivo dieci storie romantiche pubblicate in tutto il mondo e libri di svariati generi: romanzi, racconti lunghi, raccolte di racconti, romanzi per bambini e autobiografie. Dal primo romanzo che ha pubblicato, Flights of Angels, in Germania nel 2008 è stato tratto un film prodotto da Ziegler Films. The Runaway Actress invece è stato candidato al RNA’s Romantic Comedy Award della Romantic Novelists’ Association. 
Ama i libri, i film, il giardinaggio, camminare, gli edifici storici e gli animali, soprattutto le galline in passato usate come ovaiole. È anche appassionata di rose e casa sua è circondata da oltre trenta differenti varietà di roseti. 
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