DAVID R. (3° vol. Anime in gioco) di Emiliana De Vico


Autrice: Emiliana De Vico
Genere: Contemporaneo
Pubblicazione: E. De Vico, 10 ottobre 2017, pp.206 , € 8.84
Parte di una serie: 3° Anime in gioco
Livello sensualità: MEDIO
Disponibile in ebook a € 1,99 e Kindle Unlimited
TRAMA: I segreti non sono fatti per durare a lungo. Quando resistono più del dovuto, s'insinuano nei rapporti a cui più teniamo fino a distruggerli.
Qual è il confine oltre il quale l'amore non riesce più a resistere sotto il peso delle bugie?
Lorenza e Davide sono ormai una coppia affermata, con i loro problemi e le
loro gioie, riscaldati dall'amore che provano l'uno per l'altra e dall'affetto
della piccola Giorgia. La loro quiete, però, viene interrotta quando a
Lorenza, assistente sociale, viene affidato un utente molto speciale: uno dei migliori amici di Davide. Lei si trova a doversi occupare di un Francesco malato, sull’orlo della disperazione. Tuttavia, l’uomo promette di iniziare un percorso di terapia a una condizione: Davide non deve sapere. E Lorenza ci prova, dividendosi tra la vita di casa e quella claustrofobica e nauseante al fianco dell’amico. Prova a essere leale con entrambi. Cerca di sopravvivere fino a che le bugie crollano e allora rischia di perdere tutto. Ma la felicità si guadagna solo combattendo.


Continua la storia di Lorenza e Davide. Ultima parte di una trilogia piuttosto sofferta. L'epilogo "felice" è presente, ma anche in questo libro si trovano le difficoltà dei due protagonisti che portano a un vissuto travagliato.
Davide teme sempre che Lorenza possa lasciarlo a causa del suo stato di salute. L'uso delle gambe non ce l'ha, pertanto la paura che lei si stanchi e decida di avere una vita diversa lo tormenta. Lorenza, invece, ama profondamente il suo compagno, ma anche lei ha paura di non essere abbastanza per lui ed è anche stanca di subire i malumori e la rabbia che spesso accompagnano Davide.
A dirla tutta questo terzo capitolo mi è piaciuto meno degli altri. L'ho trovato, in certi tratti, angosciante, e ritengo che tutta la storia poteva essere svolta in due parti. É scritto bene, come sempre, è scorrevole, ma la drammaticità di alcuni momenti, mi ha fatto chiudere il kindle per poter respirare e poi riprendere la lettura.
La mia è solamente un'opinione per quello che mi ha lasciato: dolore, nonostante traspaia l'amore dei due; angoscia, per ciò che i due soffrono, e finalmente pace per la fine del racconto.
Anche se mi ha suscitato sentimenti un po' destabilizzanti, devo dire che la parte psicologica del libro è stata molto ben curata. Le lettrici che amano leggere anche le motivazioni profonde di una storia d'amore travagliata, lo troveranno sicuramente interessante.




ebook                 cartaceo

COME INIZIA IL ROMANZO...
Capitolo uno
 Guarda il tuo utente in faccia, e non avere mai paura.In silenzio, con il cuore a mille, affronto ciò che si deve affrontare.
L’uomo rovescia la busta e le scatole dei medicinali si spargono sulla scrivania. Riconosco i nomi e le proprietà di alcuni e capisco che sono parte di una terapia massiccia.«Come ti trovi con la cura? È da tanto che l’hai cominciata?» chiedo, mentre metto in fila gli astucci e sistemo i blister che sono scivolati fuori dalle custodie.«Quattordici giorni.»«Be’, ci vogliono almeno dalle quattro alle sei settimane di assunzione per avere pieni effetti. Lo sapevi?» Mi fa un cenno di assenso e io mi soffermo a guardare i suoi occhi: sono sbarrati, disorientati e molto spaventati. Oddio, come può essere successo? Tu sei stato il suo SEMPRE. Ti ricordi quando hai giurato di restare al suo fianco? Di essere una costola, una stampella, una ruota di gomma, un corrimano in silicone, una strada senza pietre, uno stronzo rompipalle, un amico?
«Lorenza, non so che fare. Tu non capisci come ci si sente.» Quasi si dissolve nel nulla quella voce che ho imparato a conoscere bene e che ora è cambiata.
Mi metto comoda sulla poltroncina. Ho tenuto aperta la persiana della finestra per fare entrare più luce possibile. A inizio autunno il sole è dolce e il dorato del giorno ingentilisce il bianco asettico dei muri, il grigiore dei mobili d’ufficio. Ho una piccola Pieris in miniatura in vaso, sulla scrivania. Ha belle foglie rosse e verde scuro. È la mia macchia di colore personale. La guardo spesso. Guardala anche tu… Ma lui… lui è…!Lui non è uno qualunque.
«Hai ragione, non ho mai sperimentato la situazione di persona.» Non so se può bastare a sostenerlo, ma è la verità. Non so cos’altro dire e quindi perdo tempo annotando in cartella i nomi dei farmaci: ansiolitici, antidepressivi e betabloccanti.
Ho sempre pensato che al lavoro di assistente sociale ci si potesse abituare, invece mi sbagliavo. Anche se sono diventata più sicura, faccio progetti articolati e ho una capacità intuitiva più veloce, ci sono casi che non mi danno respiro. Proprio in questo momento, ho davanti a me un uomo che mi sta raccontando una storia intessuta di paura e ansia, e sono del tutto esposta. Le sue emozioni mi si incollano alla pelle e non mi piace.Il guaio grosso della mia vita è stato conoscere Davide e le sue ruote veloci, le sue maniere scostanti, a volte al limite della stronzaggine. E poi, l’arrivo di Giorgia e della sua carrozzella in miniatura. Entrambi non fanno altro che sporcare il pavimento con le impronte delle loro gomme. Impronte che ho imparato ad amare, perché significa che loro camminano nella mia vita.Mi riscuoto perché il racconto dell’uomo si fa più sofferto e non ci sono impronte che possano aiutarmi. No. Non può essere. Ti prego, non tu! Non a te.«Io sto peggio degli altri. Morirò. Morirò da un momento all’altro. Cristo, morirò.» Si irrigidisce, si tende.No! Smetto di scrivere e cerco di mantenere lo sguardo nel suo, ma ci riesco per un secondo appena. «Se c’è una cosa di cui sono certa, è che non morirai. Questi farmaci non sono salvavita, ma psicofarmaci che tengono sotto controllo l’ansia. La paura è l’unica cosa che devi combattere, oppure accettare.»
«Non è vero. Io sto per morire e nessuno vuole credermi. Nessuno può aiutarmi.» Ha una mano sulla gola, come se stesse per soffocare.
È venuto da me, rifletto, mentre lo osservo.  Perché mi hai scelto tra tante? Ha un velo di sudore sulla fronte, le spalle rigide e immobili, i pugni chiusi, le pupille in movimento girano per tutta la stanza, come se il pericolo fosse attorno a lui. Ma qui ci sono solo io. E lui mi conosce.
«Come sei venuto al servizio, in auto?»
Solo a questa domanda si ferma. Ha le guance rosse. Vedo la vergogna che gli chiazza la faccia. «No, non sono stato capace di uscire dal garage.» È trasandato, sofferente come mai l’ho visto prima. «Ho preso l’autobus ma… sono dovuto scendere tre volte. Non riuscivo a… stare lì, al chiuso, con gli altri e… il rumore… mi toccavano…»
Dov’è il SEMPRE che ha salvato Davide? «Stai sereno, dai, troveremo una soluzione. Non sei l’unico al mondo ad avere attacchi di panico.»
Mi sento trapassare da quelle pupille diffidenti e quando mi sussurra: «Non dirlo a lui» riconosco il vero dolore. Quello che manda in crisi la ragione, che piega le gambe.
Non tu. Reagisci, trova un modo, ma non chiedermi di non dirglielo.
«Davide potrebbe esserti di aiuto. Ti conosce più di tutti, non ti giudicherà. E poi, i tuoi genitori sono lontani, a qualcuno dovrai pur appoggiarti» insisto, perché ciò che mi chiede è ingiusto.Lui si muove scomposto sulla sedia e le sue braccia muscolose, da giocatore di basket qual è, si contraggono, così come i nervi lungo il collo. «No. Se non manterrai il segreto, non mi vedrai più.»Mi piego al suo volere senza forzare. Ho le impronte di ruote a cui aggrapparmi, il rosso della Pieris che mi ricorda il colore della vita. Ma tu? Tu cos’hai? «Va bene. Non gli dirò nulla, ma non tagliarlo fuori dalla tua vita. Ne avrai bisogno in futuro.» Respiro adagio come se fossi del tutto tranquilla. «Concedimi solo qualche giorno per riflettere e poi vedremo insieme cosa fare. Ricorda sempre: è un malessere passeggero che non ti ucciderà.» Ma se non lo combatti troverà il modo di spezzarti la schiena. Gli poso la mano su una spalla. Un quasi contatto amichevole. Un quasi appoggio. Una parvenza di SEMPRE che, però, non ha la stessa forza di quello che lui ha dato a Davide. «Ora ti accompagno a casa con la mia auto. Dammi solo cinque minuti per chiedere un permesso.» Mi guarda sollevato, ma non dice nulla. Riprende con sé il sacchetto dei farmaci e se lo stringe allo stomaco. Un po’ trema e i suoi palmi lasciano un alone sui jeans quando ve li passa sopra.
«Non dirglielo» sussurra ancora quand’è sulla porta.
«Non glielo dirò, ma tu sai che, prima o poi, verrà a saperlo.» Sono certa che Davide si accorgerà presto che le assenze agli allenamenti e i silenzi prolungati sono un segno di qualcosa che non va. Non può non accorgersi che gli manca un SEMPRE speciale.Il sole mattutino lo illumina e il suo colorito ha del verdognolo. L’ho sempre considerato un uomo d’impatto. Bel corpo modellato, capelli scuri e occhi castani. Altezza sopra la media. Profilo affilato ma sorriso scanzonato. Perlomeno, lo era prima che gli succedesse tutto ciò che gli sta succedendo. «Devi dormire di più» gli consiglio e ho detto la stronzata del secolo. Se non lo fa è perché non può fare altro che vigilare. Gli attacchi di panico sono imprevedibili e lui sente di dover essere sempre all’erta.
«Passerà! Ora ti porto a casa, Francesco.» La mia voce è sicura, ma dentro sento di avere bisogno di Davide; di accertarmi che ci sono ancora impronte, di averne di nuove. E nuove Pieris e piante di ogni colore. Ho necessità di avere vicino l’uomo con cui non posso confidarmi. L’ho promesso.Francesco è sulla porta dell’ufficio e non mi resta che alzarmi. Ma non mi muovo mentre lui torna indietro veloce, in netto contrasto con la pesantezza mostrata finora, si allunga sulla scrivania e mi prende con forza un polso tirandolo in fuori. La busta dei farmaci oscilla nell’altra sua mano. «Aiutami! Dammi ciò che hai dato a lui.» La sua voce mi aggredisce, la bocca si irrigidisce e sembra una smorfia; scompaiono impronte e Pieris. Siamo solo occhi che si fissano, i miei sbarrati dalla sorpresa, i suoi persi in qualcosa che non capisco ma che mi fa paura. Francesco!«Ti aiuterò» gli prometto e spero che si allontani, che torni alla porta, che la sua aura fatta di malessere si affievolisca, stordita da questo attacco inaspettato. «Ti aiuterò» sostengo con più decisione. Ma il “dammi ciò che hai dato a lui” resta sospeso tra noi. Agganciato alla mia paura di sapere cosa intende. Il suo SEMPRE, che ho stimato per lungo tempo, sbiadisce, resta appena visibile. «Adesso, usciamo» comando. Forse fuggo.    
*****
Pubblicazioni recenti di Emiliana De Vico
Serie Anime in gioco
1. Non lasciarmi mai indietro (2015) 
2. Con o senza te (2016)
3.Davide R. (2017)

La dama e il leopardo (2017) - ed. Elit
Ho tutto il diritto di amarti (2015) - Sperling Privé
Senza vergogna (2016)

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L'AUTRICE

Emiliana De Vico vive in un paesino dell’entroterra abruzzese insieme al marito e ai due figli. È laureata in Scienze sociali e lavora presso i Servizi sociali di zona. Appassionata di romance fin dall'adolescenza, ha partecipato a numerosi premi letterari nei quali si è distinta e ha pubblicato sia per Delos Digital e Rizzoli che in self-publishing.
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6 commenti:

  1. Lo leggerò sicuramente. Mi piace la scrittura della De Vico, una giostra continua di emozioni.

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  2. Mi piace Emiliana de Vico e la sua scrittura proprio per i motivi che invece Iaia trova angoscianti.
    E un tipo di lettura che ti prende allo stomaco così diverso dai soliti canoni del romance, ma non per questo meno densa di sentimento.

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  3. Ringrazio per la bella recensione e capisco il punto di vista di Iaia. Per alcuni versi, ho provato la stessa angoscia nello scrivere questo romanzo e nutro ancora la consapevolezza che nella vita non c'è un attimo di pace. Né per noi né per Davide e Lorenza.
    Grazie infinite.

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  4. Infatti i sentimenti sono talmnte profondi e solidi che danno al lettore, almeno per me, le vertigini con tutte le conseguenze che possono portare i pensieri più nascosti.

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  5. Emiliana De Vico mi piace proprio per questo,perchè ti tiene ancorata alla realtà. Le sue storie, i suoi personaggi sono concreti nella loro fragilità, nella loro forza. Grazie!!! Angela

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