Christmas in Love: IL NATALE DI ORNELLA di Maria Masella





IL NATALE E' ORMAI DAVVERO ALLE PORTE E LA MIA BIBLIOTECA ROMANTICA VUOLE ENTRARE A PIENO NELL'ATMOSFERA DELLE FESTE REGALANDOVI OGNI GIORNO UN NUOVO RACCONTO INEDITO FINO AL 25 DICEMBRE...MA CHRISTMAS IN LOVE, COME OGNI ANNO, NON SI FERMA CON IL NATALE, I RACCONTI CONTINUERANNO FINO ALLE FESTE DI CAPODANNO. CONTINUATE A SEGUIRCI E RICORDATEVI CHE ALLA FINE, COME OGNI ANNO, VI CHIEDEREMO DI ESPRIMERE LA VOSTRA PREFERENZA SUI RACCONTI CHE VI SONO PIACIUTI DI PIU'!

INIZIAMO LA SETTIMANA DI NATALE CON UN RACCONTO STORICO GENTILMENTE OFFERTO ALLE NOSTRE LETTRICI DA MARIA MASELLA
A VOLTE, CI RICORDA MARIA, E' DIFFICILE STACCARSI DA UN PERSONAGGIO E NASCONO BREVI STORIE COME QUESTA. IL NATALE DI ORNELLA E'  UN RACCORDO IDEALE FRA IL ROMANZO  IL CORAGGIO DEL CUORE E IL SUO SEGUITO. MA SARA' APPREZZATO SICURAMENTE ANCHE DA CHI NON HA ANCORA LETTO IL LIBRO. BUONA LETTURA!

"Quella donna era incomprensibile. L’aveva fatto dannare tanti anni prima e continuava a togliergli il sonno; da quando l’aveva tenuta fra le braccia non riusciva a pensare ad altro che alla seconda occasione offertagli dal destino."

22 dicembre 1823
Genova, Regno di Sardegna


Mentre teneva fra le braccia la bimba in fasce le nacque un nodo alla gola; un nodo di commozione e pena.
Benedetta e Filippo avevano voluto chiamarla Ornella, come lei; in fondo era un nome di famiglia, ma perché non sperare che forse un po’ d’affetto avesse guidato la scelta? Benedetta aveva voluto accanto durante il parto proprio lei, la spudorata Ornella Dellaspada, e non la madre o una delle sorelle.
La piccola aveva quel buon odore di latte dei neonati; appena Ornella l’aveva sentito le si era chiusa la gola e le erano salite le lacrime agli occhi.
Una Dellaspada non piange in pubblico, almeno quello l’aveva imparato, così aveva porto la piccola alla balia e si era rifugiata nella biblioteca che nei giorni di Natale nessuno frequentava.
Quanto aveva desiderato un figlio! E aveva amato come figli sia l’impetuoso Lorenzo sia il riflessivo Filippo… Lei, la spudorata Ornella, aveva sognato di essere come tutte le altre, ma per amore aveva cancellato quel sogno.
E ormai era troppo tardi.
La natura era crudele e il suo tempo di essere madre era finito: da due mesi lo sapeva e ogni giorno la ferita doleva di più.
La chiamavano spudorata e svergognata perché aveva tanto amato il suo Michele da vivere con lui accettandone le condizioni. Aveva quelle parole incise nel cuore.
— Non potrò darti dei figli, Ornella. I medici dicono che dipende da una ferita mal curata.
— Ti amo, Michele, non ho bisogno di avere dei figli. Io avrò te e tu avrai me.
— Non voglio legarti, voglio che tu sia libera. Se ti innamorerai di un altro che potrà darti dei figli, avrei la possibilità di sposarlo…
— Nessun altro!
La chiamavano peccatrice perché aveva vissuto con Michele senza essere sposata, lo sapeva. Forse immaginavano che avesse anche evitato di aver figli per non rovinarsi la bella figura o per non perdere una stagione di balli…
Ora il suo tempo era finito.
Nella cappella si era allestito il Presepe e fra tre giorni Filippo avrebbe posto la piccola Ornella nella mangiatoia.
Si fregò gli occhi per nascondere ogni traccia di pianto. Si doveva essere lieti, era il tempo del Natale… Lorenzo aveva scritto che lui e Magda erano felici in Corsica e anche Filippo era finalmente sereno dopo la gran paura per la gravidanza difficile di Benedetta.
Lei era a Firenze con Bianca quando aveva ricevuto una lettera in cui il nipote Filippo le manifestava il timore per la vita della moglie. La sera stessa, Ornella aveva affidato Bianca a un’amica fidata e si era messa in viaggio.
Arrivata a Palazzo, aveva assistito Benedetta per lunghi giorni angoscianti, cercando sempre di fare coraggio a Filippo e Benedetta.
E subito dopo il parto, spossata, aveva ceduto…
Aveva tradito Michele, il suo amore. Era morto da anni ma per lei era vivo! E l’aveva tradito!
Spossata, come oggi, si era rifugiata nella biblioteca… Perché quel ricordo non spariva?
— Vi sentite male?
Ornella scosse il capo.
Il medico le prese il polso. — I battiti sono un po’ affrettati, ma è normale dopo la tensione di questi giorni.
Cercò di tirare indietro la mano.
— Siete stata molto brava, mademoiselle Dellaspada.
Perché Mario Bacigalupo continuava a chiamarla così, come quando si erano conosciuti tantissimi anni prima e lei aveva flirtato con lui per ingelosire il suo Michele?
— Non ho fatto nulla.
— Avete incoraggiato e sostenuto la moglie di vostro nipote, non è poco, mademoiselle Dellaspada.
— Non chiamatemi così!
— Perché?
— Mademoiselle… Ho passato i quaranta e lo sapete bene.
— Non siete sposata e neppure vedova, quindi mademoiselle è corretto.
Gli si rigirò contro. — Sono stata sposata e sono vedova!

Ancora ora, ripensando a quell’incontro di tre mesi prima aveva le idee confuse. Come era successo che
Mario chinasse il viso e la baciasse?
Dopo Michele non aveva più baciato nessuno con bacio d’amante.
Era sempre stata appassionata e anche con Mario aveva risposto subito, sentendo il corpo risvegliarsi al desiderio.
E avevano fatto all’amore, sul tappeto della biblioteca, come due pazzi affamati. Mezzo spogliati e mezzo vestiti, senza ritegno.
Dopo era subentrato il disagio, quando era corsa nelle sue stanze e si era guardata allo specchio: i seni non erano quelli dei vent’anni, neppure il ventre. Il viso aveva le sue rughe e aveva anche dei capelli bianchi.
Anche lui ne aveva ma su un uomo erano segno di maturità non di vecchiaia. Chissà quante donne ancora lo cercavano perché gli anni non l’avevano appesantito e neppure trasformato in un ramo secco. Ed era un amante vigoroso…
E avevano fatto all’amore sul tappeto della biblioteca, probabilmente la porta non era chiusa a chiave e forse li avevano anche sentiti!
Aveva evitato di incrociare Mario, no, doveva pensarlo come dottor Bacigalupo, quando lui veniva per controllare Benedetta e la piccola.
Non voleva vederlo e scoprire nel suo sguardo la delusione o, peggio, il compatimento per come il tempo l’aveva sciupata.
Povero Mario che aveva desiderato una delle donne più affascinanti di Milano e si era ritrovato a fare sesso con una più che quarantenne! Ma forse gli sarebbe servito per dimenticare il passato… Chissà quanto aveva riso di lei e dell’ardore con cui aveva risposto al bacio. Al bacio e a tutto il resto! Dopo il primo sconcerto il suo corpo aveva preso il sopravvento e aveva agito; no, non aveva dimenticato nulla della danza degli amanti.
Da quella maledettissima sera il suo corpo sembrava non appartenerle più del tutto, era stato come un ultimo fuoco prima della cenere.
Da due mesi non aveva più avuto la sua luna… Era quello a darle malesseri strani. Aveva sempre goduto di un’ottima salute; rocciosa come tutti i Dellaspada aveva superato indenne epidemie di tifo, notti all’addiaccio e giornate di marcia sotto il sole.
Sentì bussare alla porta e disse di entrare.
— Vi ho portato il caffè…
Si girò verso la governante, più un’amica che una dipendente, accennò un sorriso e disse di lasciarlo sul tavolino.
— Se avete bisogno di qualcosa…
— Va tutto bene, grazie.
Si avvicinò al tavolino per prendere la tazzina e subito fu costretta a girarsi dall’altra parte.
— State male?
La voce d’uomo, una voce che ben conosceva, la colse di sorpresa. Voleva reagire ma non poté, dovendo nascondere la nausea.
— Sono entrato, perché era aperto. Vostra nipote ha detto che potevo trovarvi qui… Ma voi state male!
L’attimo dopo Ornella lo sentì posarle una mano sulla fronte. — Stai male!
Era assurdo che avesse quella voce spaventata, lui era un medico e alle persone ammalate avrebbe già dovuto aver fatto il callo, si disse Ornella. E non era un ragazzino, ma anche lui aveva passato i quaranta.
Cercò di spostargli la mano mentre avrebbe voluto che la toccasse, ma non da medico. Da amico, se non da amante.
— Febbre non ne hai. Tua nipote ha detto che non stai bene come sempre.
— Che non si impicci nella mia vita! Non ho bisogno di balia e neppure di guardiani!
— Ma certo, sei una Dellaspada! Se mi ha riferito che stai spesso poco bene, è perché le ho chiesto di te, non riuscivo mai a incrociarti.
— Ho la mia vita, Benedetta non aveva più bisogno di me — replicò con durezza. Doveva resistere, fingere di star bene fin quando lui non se ne fosse andato via. Purtroppo sembrava più testardo della maggior parte degli uomini, al punto da ricordarsi di lei dopo anni! Doveva aver ferito il suo orgoglio in modo grave…
— Le ho chiesto i sintomi.
— Lasciatemi stare! — e gli volse le spalle.
— Ha accennato a nausee improvvise che ti costringono ad alzarti da tavola.
E lei aveva creduto di averle mascherate bene… — Devo aver mangiato qualcosa che mi ha fatto male.
— Tu? Una Dellaspada?
— Se vuoi saperlo, sono diventata vecchia. Penso che sia quello, uno dei tanti sintomi.
— Vecchia?
Lui era medico e avevano anche fatto sesso proprio in quella biblioteca, però Ornella si sentì avvampare mentre, dandogli le spalle, diceva: — Non ho più il mio ciclo.
— Da quando?
La sua voce aveva di nuovo il tono impersonale, da medico, così era più facile affrontarlo. Si voltò a guardarlo. — Due mesi.
Lo vide chinare il viso come per esaminarle i seni, poi scostare lo scialle e prenderle un seno nel palmo, come per sondarlo.
— Come osate! — e sollevò una mano per schiaffeggiarlo.
— Come medico e come amante.
— Non siete il mio medico e non siamo amanti.
— Proprio qui abbiamo fatto all’amore, il termine amanti mi sembra corretto.
— E’ stato un errore, un colpo di testa… Non si ripeterà più. — Lo guardò, lui aveva una strana espressione, indecifrabile.
— Allora mi resterà un bel ricordo.
Bello? Di un corpo che mostrava già i segni dell’età…
— A me resterà un bel ricordo, mademoiselle Dellaspada, e a te resterà un figlio.
— Sì, Lorenzo e Filippo sono come figli… — e si interruppe mentre il senso delle parole di Mario diventava più chiaro. — Un figlio?
— Hai tutti i sintomi di un inizio di gravidanza: assenza del ciclo, seni ingrossati, nausee.
— Ma è impossibile.
— Sì, immagino che ti dispiaccia, per tanti anni sei riuscita a evitare una gravidanza e ci sei cascata alla tua età. Prudente non sono stato, è colpa mia, ma ti ho desiderata per tanto tempo.
— Dispiacermi? — ecco, anche lui si era fatto un’idea sbagliata su di lei, come tanti. E mai lei aveva cercato di correggere certe voci. Per Michele e per il loro amore.
— Una gravidanza è scomoda. Può anche essere pericolosa ma la tua salute è sempre stata ottima, sarà sufficiente qualche riguardo. — La fissò. — Non chiedermi di liberarti dell’impiccio.
Ornella non riusciva a pensare, a parlare, ed era la prima volta nella sua vita.
— Dimmi qualcosa. Se vuoi, consulta un altro medico, te ne posso indicare di ottimi.
— Non ho bisogno di medici.
— Spero che tu non ti rivolga a qualche mammana.
Ornella strinse lo scialle a coprirle il ventre. — Non vi riguarda, dottor Bacigalupo. ...


PER CONTINUARE A LEGGERE QUESTO RACCONTO 



Il personaggio di Ornella Dellaspada era presente nel romanzo di Maria Masella IL CORAGGIO DEL CUORE  uscito nella collana I Romanzi Mondadori. Chi fosse interessata a leggerlo può trovarlo  QUI:



TRAMA: Lorenzo Dellaspada ha giurato di vendicare la morte dell'amico Orazio e smascherare colui che lo ha denunciato come affiliato alla Carboneria. I suoi sospetti cadono su Magda, la donna che si è presentata per riscuoterne l'eredità. Con l'intento di conoscerla e scoprire se è veramente colpevole, Lorenzo fa ritorno a Genova, la città che anni prima ha lasciato per non essere costretto a giurare fedeltà ai Savoia. Scoprirà che Magda è molto diversa da come l'aveva immaginata: non soltanto possiede coraggio e carattere, ma è anche molto bella. Oltre a nascondere più di un segreto...

 CLICCATE QUI PER LEGGERE IL PRIMO CAPITOLO DI
 IL CORAGGIO DEL CUORE



APPUNTAMENTO A DOMANI  PER UN NUOVO RACCONTO SOTTO L'ALBERO DI 
CHRISTMAS IN LOVE 2014!


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